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Domenica 23 agosto (vigilia di S.Bartolomeo): Signore illuminaci

pubblicato da admin il Gio, 08/20/2020 - 17:21

Vangelo

Matteo 16, 13-20

Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Commento al Vangelo

I festeggiamenti per il Patrono delle Eolie San Bartolomeo dovranno tener conto delle disposizioni  civili ed ecclesiastiche in materia di contenimento del Coronavirus giacché – come osserva l’Arcivescovo S.Ecc. Mons. Giovanni Accolla nel decreto del 26 maggio 2020 – “la grande partecipazione dei fedeli alle manifestazioni della pietà popolare non è facilmente controllabile, generando una prossimità tra gli stessi che non si pone in linea con il divieto di assembramenti e che non favorisce il distanziamento sociale che ancora sussiste a tutela del bene primario della sanità pubblica”.

 E siccome per molti fedeli la festività del Santo si qualifica in particolare nella solenne processione del 24 agosto per vie cittadine, nello spettacolo musicale in una Marina Corta gremita di gente e nei fuochi pirotecnici con grandi effetti luminosi e sonori, già si parla fra la gente e sui social network di festeggiamenti sacrificati, se non addirittura traditi.

Viene in mente a sentire questi commenti il disappunto di Gesù che voleva parlare del Regno di Dio e si rendeva conto che la gente lo ascoltava soprattutto per ottenere una guarigione o per vedergli fare dei miracoli e quindi si esprimeva in parabole perché, citando il Profeta Isaia,: udranno ma non comprenderanno, guarderanno ma non vedranno.

 Infatti giustamente l’Arcivescovo osserva che questo che sembra un sacrificio deve essere colto come una opportunità: dedicando tempo ed attenzione alle iniziative catechistiche e caritative “manifestando la solidarietà della Chiesa attraverso forme di condivisione”.

Perché se Gesù reagiva col disappunto e parlava in parabole come reagirebbe San Bartolomeo di fronte all’eccessiva attenzione dei suoi protetti a manifestazioni esteriori e tutto sommato mondane?

Sarebbe bene infatti che riflettessimo su quei versetti che  l’apostolo Giovanni dedica nel suo Vangelo al nostro Protettore. Sei versetti che sentiamo ripetere tutti gli anni nelle quattro festività che la Chiesa di Lipari gli dedica. Sei versetti molto densi che ci illuminano sulla religiosità di Bartolomeo e sulla nostra fedeltà al suo insegnamento.

Ad una lettura attenta, illuminata ed inspirata, questo passo del Vangelo rivela un dialogo fitto fra Gesù e Bartolomeo che va al di là di quanto non solo non possiamo percepire noi ad un primo ascolto, ma anche a quello che ha percepito forse lo stesso Filippo.

Bartolomeo, o Natanaele come lo chiama Giovanni, è un uomo che legge le scritture e infatti quando Filippo gli dice che hanno trovato colui di cui hanno scritto Mosé e i profeti e che è di Nazareth, subito reagisce perché di Nazareth non si parla nelle Scritture. Si parla di Betlemme ma di Nazareth no. Ma Bartolomeo non è solo un lettore della Bibbia: è uno che la studia ricercando in essa il messaggio di Dio, si direbbe oggi che fa, leggendo la Bibbia, una lectio divina .

E questo emerge subito nei due passaggi successivi. Il primo: appena Gesù lo vede esclama “Ecco un israelita in cui non c’è falsità” cioè  Gesù fa qui l’elogio del giusto che cammina secondo la parola del Signore. E questo elogio coglie Bartolomeo di sorpresa. “ Come mi conosci ?” è la sua reazione stupìta, ma la risposta di Gesù lo colpisce ancora di più perché evoca tutta una serie di rimandi biblici. "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi". E quando sente questo a Bartolomeo subito gli si aprono gli occhi e compie  il suo atto di fede chiamando Gesù “figlio di Dio” e “re di Israele” cioè due definizioni strettamente legate alle scritture, alle profezie messianiche e davidiche.

Ecco il grande insegnamento di Bartolomeo a noi, liparesi, i suoi protetti, che tutti gli anni nelle sue festività frequentiamo la messa forse un po’ distratti soprattutto all’omelia ( “E’ sempre la stessa storia dell’israelita senza falsità e dell’albero di fichi”), e poi ci affanniamo nelle manifestazioni esteriori. Bartolomeo ci dice di fare – secondo l’insegnamento di San Girolamo – di “necessità virtù” e cioè di approfittare di festeggiamenti più spirituali per  leggere le Scritture cominciando dal dialogo Giovanni 1, 45-51 e di farlo con discernimento cercando di capire che cosa lo Spirito ci suggerisce quando le leggiamo, che cosa ci suggerisce sugli avvenimenti di ogni giorno, sul seme che il Seminatore getta sul nostro cammino,  e sul volto che ha il Seminatore che ci viene incontro lungo la strada.

E sicuramente San Bartolomeo, conoscendoci meglio, può dire di noi “Ecco un liparese in cui non c’è falsità” cioè “ecco un giusto che negli affari, nella politica, in famiglia, nei rapporti sociali cammina secondo la parola del Signore”.

Preghiera dei fedeli

Celebrante. In un momento centrale della propria missione terrena, Gesù chiede, improvvisamente, ai suoi discepoli chi dice la gente che lui sia, e chi credono loro che lui sia. Per i discepoli in quell’occasione risponde Pietro a nome di tutti : “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente”. In occasione del suo primo incontro con Gesù anche San Bartolomeo, il nostro Patrono, di cui domani celebriamo la festa, compie  il suo atto di fede chiamando Gesù “figlio di Dio” e “re di Israele” cioè due definizioni strettamente legate alle scritture, alle profezie messianiche e davidiche. Gesù rivolge le domande ai discepoli ma continua a rivolgerle a noi oggi. E noi che cosa rispondiamo? Per questo preghiamo: Padre illuminaci come hai illuminato Pietro e Bartolomeo.

Lettore. Sembrano  domande semplici, quelle a cui siamo chiamati a dare risposta, ma non lo sono, se le nostre non vogliono essere solo parole ma esperienza di vita che è quello che vuole Gesù che vedendo Bartolomeo  esclama “Ecco un israelita in cui non c’è falsità”. Gesù, cioè, fa  l’elogio del giusto che cammina secondo la parola del Signore. Per questo preghiamo: Padre illuminaci come hai illuminato Pietro e Bartolomeo.

Quanto lontana è la testimonianza del giusto che cammina secondo la parola del Signore, cioè di Bartolomeo, dalla vita di molti di noi per cui il Vangelo non è che una sequela di devozioni, novene, processioni, funzioni religiose dimenticando che tu hai detto, prima col profeta Osea, e quindi ben due volte nel Vangelo di Matteo (9,12-13; 12,7): “Misericordia voglio non sacrifici” cioè atti concreti di solidarietà e condivisione verso i più bisognosi e non solo e non tante preghiere e liturgie. Per questo preghiamo: Padre illuminaci come hai illuminato Pietro e Bartolomeo.

Si, Signore, la nostra fede e spesso tutta esteriorità ed infatti molti in questa festività rimpiangono la processione per le strade di Lipari, la festa a Marina Corta, i giochi pirotecnici sostenendo che “San Vartulo è stratariu”  dimenticando che Bartolomeo pregava partendo dalle Scritture ed trasferendole nella sua vita di tutti i giorni come emerge nel dialogo con Filippo e Gesù di cui ci parla l’evangelista Giovanni. Per questo preghiamo: Padre illuminaci come hai illuminato Pietro e Bartolomeo.

Quindi se vogliamo essere degni testimoni del nostro Protettore che da quasi duemila anni protegge le Eolie dai terremoti, dalle malattie, da ogni tribolazione e celebriamo questa festività, secondo il suo insegnamento, cioè dedicandola alla Scritture cominciando dal passo riportato da Giovanni (1, 45-51) e di farlo con discernimento cercando di capire che cosa lo Spirito ci suggerisce quando lo leggiamo, che cosa ci suggerisce sugli avvenimenti di ogni giorno, sul seme che il Seminatore getta sul nostro cammino,  e sul volto che ha il Seminatore che ci viene incontro lungo la strada. Così San Bartolomeo potrà dire di noi “Ecco un liparese in cui non c’è falsità” cioè “ecco un giusto che negli affari, nella politica, in famiglia, nei rapporti sociali cammina secondo la parola del Signore”. Per questo preghiamo: Padre illuminaci come hai illuminato Pietro e Bartolomeo.

Celebrante. Si, Padre, illuminaci, come hai illuminato Pietro e Bartolomeo e fa che il nostro amore per il Santo Patrono  si esprima sempre in una testimonianza fatta di preghiera, di carità, di fraternità umana, tutti valori che prefigurano il Regno che è e che verrà. Questo ti chiediamo per Cristo tuo figlio e nostro Signore. Amen.

Media

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