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Vangelo di domenica 17 maggio: Ascensione del Signore (Mc 16, 15-20)

pubblicato da admin il Sab, 05/16/2015 - 09:36

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Che significato ha l'Ascensione del Signore? Quando avviene? Lo stesso giorno della Resurrezione o quaranta giorni dopo?. Leggi...

 

L'importanza dell'Ascensione nella grande rivoluzione della Resurrezione del Cristo

Giotto. Ascensione

Nel saggio “Una Pasqua speciale, in cammino con Cristo” pubblicato su “Farecomunione.it” scrivevo: “ Leggendo i Vangeli ed anche gli Atti si rischia di fare un po’ di confusione quanto agli eventi della domenica della Resurrezione. Avviene tutto in quella domenica (il primo giorno dopo il sabato)?  Dalla resurrezione alle apparizioni, all’ascensione al Padre e quindi alla discesa del Paraclito con la pentecoste, oppure questi eventi sono scaglionati nel tempo? Luca sembra proporre entrambe le soluzioni: nello stesso giorno nel Vangelo (Perché cercate fra i morti colui che è vivo? 24, 5-7; Poi li condusse fuori verso Betania...e si staccò da loro e veniva portato su, in cielo 24, 50-51; Ed ecco io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso 24, 49) e invece cadenzato nel tempo negli Atti degli apostoli dove separa l’evento di Pasqua e quello dell’Ascensione con un periodo di 40 giorni e fa dell’Ascensione il presupposto per la missione dello Spirito il giorno di Pentecoste. Gli altri evangelisti ed in particolare Giovanni sembrano propendere per l’unico giorno di Pasqua. Von Balthasar osserva che nel Luca degli Atti sembra prevalere una visione pedagogica e certamente anche cultuale, mediante il prolungamento del ciclo temporale e festivo, mentre Giovanni fonde insieme in una visione teologica altrettanto fondamentale, Pasqua, Ascensione e Pentecoste e fa che già nel giorno di Pasqua, il Risorto spiri alla chiesa lo Spirito (20,22); egli però, almeno di sfuggita, accenna alla salita al Padre (20,17), che precede la spirazione dello Spirito ( pag.187)”.

Giotto. Particolare

Non mi pare una questione del tutto secondaria. Mi ha sempre colpito il fatto che il Cristo superata la prova centrale nella ricreazione della passione/morte/resurrezione non corre subito al Padre a condividere giaia e successo nella comunione trinitaria ma staziona quaranta giorni sulla terra apparendo alcune volte ai discepoli ma rimanendo nascosto per il resto del tempo. Così da un punto di vista logico appare naturale che il Cristo risorto voglia raggiungere subito il Padre. Per cui tutto si è svolto, sicuramente, nello stesso giorno, il primo dopo il sabato costituendo la domenica, il giorno del Signore. Ma può un solo giorno contenere, per le nostre menti, degli eventi così complessi e rivoluzionari per la storia del creato? Può comprendere che quando ancora i discepoli non si erano resi conto che il Cristo fosse risorto già questi saliva al Padre in un incontro di cui possiamo solo intuire, in maniera minima, l’esperienza di gioia infinita che si sviluppa nella comunione trinitaria qualificata dal successo di una missione in cui le tre Persone avevano sperato, creduto, che avevano voluto ma per la quale avevano anche temuto? E possiamo solo intuire, in maniera minima, la forza che da questo re-incontro si sviluppa? Una forza che rivoluziona il Paradiso e lo trasforma in quel Regno che Cristo ha annunziato nella sua esperienza terrena dove entrano a farne parte, assieme agli angeli ed alle schiere celesti, gli uomini con i loro valori e le cose buone da loro realizzate, tute cose che diventano a pieno titolo parte della creazione? Ed è naturale che da questo re-incontro di gioia e di forza scaturisca un nuovo ruolo dello Spirito chiamato ad alimentare quel discernimento spirituale che eleva l’uomo dalla sua naturalità e lo porta a trascendersi in una eternità che comincia già in questo mondo e che si alimenta con la preghiera, l’eucarestia, la misericordia. Può la nostra mente non solo comprendere ma condividere comunitariamente tutto questo? Non meraviglia quindi che fin da subito la Chiesa apostolica realizzò che il mistero della Pasqua dovesse maturare lentamente nel cuore e nella mente dei credenti, radicandosi profondamente. E Luca negli Atti raccoglie questa considerazione di natura pedagogica e cultuale e diluisce il giorno pasquale in un periodo pasquale..

Giotto. Particolare

D’altronde perché stupirsi di questa apparente contraddizione dei Vangeli? Non ci è stato detto che “ davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo” (2Pietro3, 8)? Non ci è stato detto che il tempo é per l'uomo e Dio vive la dimensione dell'eternità?

Piuttosto conviene tornare proprio sul significato dell’Ascensione: un evento la cui importanza spesso ci sfugge eppure nell’economia della rivoluzione dell’eternità proprio l’Ascensione ha un ruolo importante. L’abbiamo enunciato sopra, ora cerchiamo di supportare le affermazioni con i riscontri biblici, teologici, ecclesiali.

Dopo la sua morte  Gesù è asceso al cielo per preparare l’accoglienza degli apostoli e dei fedeli. Racconta Giovanni (14,1-4) che Gesù disse ai discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». Disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». 

Un teologo che ebbe un ruolo importante nella teologia della seconda metà del secolo scorso e fu fra i protagonisti del Concilio,  Jean Daniélou,  mette un accento particolare sull’Ascensione. Gesù dice il teologo e cardinale francese, si presenta come il Figlio dell’uomo annunciato da Daniele: chi crede in Lui è già giudicato. (Giov. III, 17), è passato dalla morte alla vita (V, 25), possiede la vita eterna (V, 24). Tutto questo viene compiuto dagli avvenimenti misteriosi della sua Incarnazione, della sua Passione, della Resurrezione e infine dell’ Ascensione per la quale, secondo il detto dell’Epistola agli Ebrei, l’umanità è introdotta una volta per sempre nella sfera di Dio.  “Lo straordinario avvenimento che nella storia del mondo è rappresentato dall’ Ascensione – scrive Daniélou ne “Il Mistero della salvezza delle nazioni”, un libro pubblicato in Italia nel 1954 – è  che, una volta per tutte e per sempre, l’umanità viene unita alla vita divina ed è introdotta da Cristo nella sfera di Dio: «Hapax », «una volta per tutte », in una maniera assolutamente « irreversibile» secondo il termine che usano i filosofi moderni per definire il senso stesso del tempo. Questo vuol dire che non ci può essere più un ritorno indietro e che l’umanità non può essere più separata da Dio. Essa vi è entrata per sempre e definitivamente. Noi siamo salvati in Cristo. Per conseguenza la salvezza nostra non è più soltanto una speranza, ma una realtà già realmente posseduta. Abbiamo già la vita divina e la fine dei tempi è venuta con Cristo. Questo è definitivamente acquisito “.

Beato Angelico . Ascensione di Gesù

Un commentatore dello scrittore francese ha fatto notare  la differenza fra Incarnazione e Ascensione. Secondo il pensiero di parecchi Padri, con l’Incarnazione l’umanità intera ha già contratto un’unione indissolubile con la divinità attraverso Gesù Cristo. Ma un’unione ancora iniziale e potenziale, destinata a svilupparsi nei singoli uomini attraverso la loro incorporazione a Cristo: il risultato di questa incorporazione è la Chiesa, corpo mistico di Cristo. Con l’Ascensione è Cristo, capo della Chiesa, che entra in cielo e che vi introduce quelli che sono definitivamente incorporati a Lui. Con l’Ascensione Cristo inaugura il nuovo Paradiso che non è abitato solo da angeli ed arcangeli ma dagli uomini con i loro valori, la loro storia, la loro cultura. Con l’Ascensione, l’abbiamo già detto, il Regno di Dio si insedia nel Paradiso.

Tuttavia,- osserva ancora Deniélou –  se consideriamo noi stessi e l’umanità che ci circonda, siamo colpiti da quel che resta di miseria, di peccato e dalla piccola differenza che spesso sembra esserci tra un cristiano e un non cristiano. Siamo sbalorditi vedendo come la salvezza acquistata in Cristo sia ancora cosi poco manifesta. Era già così per i primi cristiani; benché convinti che a partire dalla Pentecoste lo Spirito Santo fosse venuto e che essi avessero la vita divina, erano pure coscienti di ciò che loro mancava; vedevano bene, in particolare, di non essere ancora risorti. Se essi, secondo il detto di S. Paolo, potevano dire: «Consurrexistis cum Christo – Siete già risorti con Cristo », sapevano anche che la resurrezione a cui partecipavano con la grazia non era ancora manifestata nel loro corpo. Secondo un’espressione di S. Giovanni: «Noi siamo ora figli di Dio . Ma ciò che saremo un giorno non è ancora stato manifestato ». C’è quindi qualche cosa di acquisito e nel tempo stesso uno scarto che separa questa prima acquisizione dal compimento definitivo. E una riprova dello scarto che esiste fra la vita terrena cadenzata dal tempo e l’aldila’ immerso nell’eternita’. Comunque sappiamo che al tempo di questa manifestazione, di questa Apocalissi, «noi saremo simili a Lui perchè lo vedremo come è ». (I Giov 3,2).

Beato Angelico. Trittico

San Paolo in 1 Corinzi (15, 20-27) dice: “…Cristo è veramente risuscitato dai morti, primizia di risurrezione per quelli che sono morti. Infatti per mezzo di un uomo è venuta la morte, e per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione. Come tutti gli uomini muoiono per la loro unione con Adamo, così tutti risusciteranno per la loro unione a Cristo.  Ma ciascuno nel suo ordine. Prima Cristo che è la primizia, poi, quando Cristo tornerà, quelli che gli appartengono. Poi Cristo distruggerà ogni Principato, Dominazione e Potenza, e consegnerà il regno a Dio Padre: allora sarà la fine. Perché Cristo deve regnare, finché Dio abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere distrutto sarà la morte. Infatti la Bibbia afferma: «Tutto ha posto sotto i suoi piedi»”.

Così la Resurrezione non riguarda solo gli uomini, riguarda tutto l’universo. “Tutto l’universo aspetta – scrive ancora S.Paolo – con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà il vero volto dei suoi figli. Il creato è stato condannato a non aver senso, non perché l’abbia voluto, ma a causa di chi ve lo ha trascinato. Vi è però una speranza: anch’esso sarà liberato dal potere della corruzione per partecipare alla libertà e alla gloria dei figli di Dio. Noi sappiamo che fino ad ora tutto il creato soffre e geme come una donna che partorisce. E non soltanto il creato, ma anche noi che abbiamo, le primizie dello Spirito, soffriamo in noi stessi perché aspettiamo che Dio, liberandoci totalmente, manifesti che siamo suoi figli.” (Rom. 8, 18-23).

 San Paolo parla di “tutto l’universo”. Che cosa si deve intendere? Solo l’universo creato cioè la natura o anche quella parte dell’universo costruito dall’uomo partecipando all’opera della creazione? Anche alla luce di quanto ha detto il Concilio Vaticano II  penso che il termine vada inteso in senso ampio investendo anche l’universo costruito dagli uomini. Anche queste realtà subiranno la trasfigurazione cioè verranno purificate da quelle che Giovanni Paolo II ha chiamato “strutture di peccato” e “meccanismi perversi” esaltando invece le strutture di solidarietà cioè i meccanismi virtuosi. Infatti dopo la sua morte Gesù ha inviato lo Spirito nel mondo:  “E’ bene per voi che me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore: ma quando me ne sarò andato ve lo manderò . E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia ed al giudizio. Quanto al peccato perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo e’ stato giudicato” (Gv. 16, 7-11).

Quanto al peccato, quanto alla giustizia e quanto al giudizio certamente non può non comprendere anche l’ aiuto agli uomini a costruire quel pezzo di storia delle realtà terrene che, trasfigurato, entrerà a far parte del Regno di Dio. Quello della discesa dello Spirito è il terzo atto della grande rivoluzione ma sullo Spirito Santo torneremo a riflettere parlando della Pentecoste.

Esiste quindi un filo rosso che collega fra di loro Incarnazione, Passione, Resurrezione, Ascensione e Pentecoste. Un filo rosso che continua ancora oggi a scorrere nella storia e scorrerà fino alla Parusia quando cioè sarà messo fine alla storia del mondo, cioè alla vita terrena.

                                                                                                                                                                             Michele Giacomantonio

 

 

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